La poliposi nasale è una patologia infiammatoria benigna caratterizzata dalla formazione di escrescenze (polipi) della mucosa che riveste le cavità nasali e i seni paranasali. I polipi hanno un aspetto tipicamente pallido e liscio, consistenza gelatinosa, forma ovalare e vanno ad occupare entrambe le cavità nasali.  

 

Quanto è frequente la poliposi nasale e a cosa è dovuta?

 

La frequenza della malattia nella popolazione generale varia dall’1-11% a seconda degli studi ed è una patologia dell’adulto, con una età media di insorgenza attorno ai 40 anni e una predominanza nel sesso maschile.

 

Sebbene sia una patologia nota fin dall’antichità, le cause della formazione dei polipi rimangono al momento ancora poco chiare. È stata evidenziata una predisposizione genetica e un’associazione con altre patologie come l’asma bronchiale e l’intolleranza agli anti-infiammatori non steroidei (FANS). Il ruolo di fattori come l’atopia, il fumo e il consumo di alcol rimane controverso.

 

Quali sintomi determina la poliposi nasale e perché?

 

I sintomi sono determinati dal progressivo aumento del numero e dimensioni dei polipi, con il conseguente impegno delle cavità nasali e l’ostruzione delle vie di comunicazione con i seni paranasali. Ciò che ne deriva è il ristagno di secrezioni e una progressiva disfunzione di naso e seni paranasali, con la comparsa delle classiche manifestazioni della rinosinusite cronica:

  • naso chiuso
  • progressiva riduzione dell’olfatto (iposmia) fino alla totale assenza di percezione degli odori (anosmia)
  • naso che cola (rinorrea)
  • muco che scende in gola (il cosiddetto gocciolamento nasale posteriore o “post-nasal drip”)
  • dolore e/o senso di pressione alla fronte o al viso
  • russamento
  • voce “nasale” (rinolalia)
  • progressiva perdita del senso del gusto (ipogeusia-ageusia)
  • ovattamento auricolare

 

Tutti questi disturbi insorgono in modo subdolo e progressivo (nell’arco di mesi – anni) portando a una graduale riduzione della qualità di vita, determinata principalmente dai disturbi del sonno che ne derivano, dalla ridotta percezione di gusti e odori, dal senso di costante ostruzione nasale e dal disagio sociale portato dalla rinorrea.

Il malfunzionamento del complesso fosse nasali-seni paranasali porta inoltre a frequenti infezioni che necessitano di cicli di terapia antibiotica e/o antifungina.

Alcuni sintomi infine possono essere esacerbati da esposizione a odori forti, sostanze chimiche, cambi di temperatura, assunzione di alcol, portando talora all’evitamento di alcune situazioni o a cambiamenti nelle abitudini di vita del paziente. 

Fino al 30-50% dei pazienti con poliposi nasale, inoltre, soffre anche di asma bronchiale, a volte associata a intolleranza agli antinfiammatori non steroidei, i cosiddetti FANS. La triade costituita da poliposi nasale, asma e intolleranza agli antinfiammatori non steroidei viene denominata in vari modi, tra cui Triade di Widal o Triade di SamterAspirin-Exacerbated Respiratory Disease.

 

Come si effettua la diagnosi?

 

I sintomi di rinosinusite cronica con polipi possono essere causati anche da altre patologie, tra cui la rinosinusite cronica senza polipi, la rinite cronica allergica e non allergica, anomalie anatomiche delle cavità nasali, patologie neurologiche in grado di ridurre la percezione degli odori e altre ancora. 

Fondamentalmente la diagnosi si basa sulla presenza dei classici sintomi da almeno 12 settimane e sulla visualizzazione dei polipi. 

Lo specialista di riferimento è l’otorinolaringoiatra, che per la diagnosi si avvale principalmente di due strumenti:

  1. l’endoscopia delle vie aeree superiori: l’esame viene effettuato tramite un tubicino (sonda) che viene fatto passare attraverso le cavità nasali e la gola e consente, tramite una telecamera, di localizzare i polipi e misurarne l’estensione, valutare la presenza di secrezioni nasali, l’eventuale concomitanza di ipertrofia dei turbinati o anomalie strutturali delle cavità nasali. Si tratta di un esame che può essere fastidioso, ma è solitamente necessario (la rinoscopia anteriore, effettuata tramite pinze che divaricano la narice e illuminazione diretta, riesce a visualizzare solo i polipi di più grandi dimensioni). 
  2. la TC del massiccio facciale: consente di evidenziare l’estensione dei polipi e il coinvolgimento dei seni paranasali. 

La biopsia dei polipi invece non è un esame effettuato di routine, ma solo quando l’otorinolaringoiatra sospetti altre patologie (tumori, malformazioni…) che possono mimare la poliposi nasale (ad esempio riscontro di polipi monolaterali di grandi dimensioni e/o con consistenza friabile, età molto avanzata o pediatrica del paziente, presenza di sintomi atipici). 

 

Spesso i pazienti vengono inviati anche all’allergologo, perché alcuni sintomi della rinosinusite con polipi si sovrappongono alla rinite allergica. Talora inoltre le patologie allergiche possono esacerbare e aggravare i sintomi della poliposi nasale.

 

Infine è di fondamentale importanza la collaborazione con lo pneumologo, sia per la gestione dell’asma bronchiale, che in questi pazienti può essere particolarmente difficile da trattare, sia per la frequente concomitanza di apnee nel sonno

 

Possiamo quindi concludere affermando che la poliposi nasale necessita del coinvolgimento di più specialisti, la cui collaborazione è fondamentale per la gestione delle patologia nelle sue varie sfaccettature.  

 

 

Bibliografia

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